L’arresto di Proto ed il cerchio della corruzione

Ordinanza DiscaricaL’inchiesta condotta dalla Procura della Repubblica di Palermo e che ha portato all’arresto di Proto Domenico scoperchia il pentolone degli intrecci della corruttela, della piovra del denaro che mette insieme burocrati immorali, politici spregiudicati, professionisti famelici.

La lettura della ordinanza del GIP di Palermo offre una fotografia nitidissima di quanto pericolosa e degradante sia la corruzione.

C’è anche un affresco del degrado delle dinamiche familiari, quando il Pubblico Ministero del GIP riportano – “senza ulteriori commenti” – le conversazioni tra il funzionario regionale Cannova ed il figlio o tra il primo e la moglie.

Vacanze da 6.000,00 euro a settimana, escort per i festini romani con possibilità di scegliere “bionde o scure”, televisori da 16.000,00 euro, persino i costumi da indossare negli alberghi di lusso, e tutto a spese del corruttore.

In cambio autorizzazioni rilasciate laddove dovevano intervenire revoche, ed occhi chiusi verso uno dei fronti più pericolosi per la salute pubblica: l’ambiente.

Non importa se uno sversamento inquina una falda acquifera o se un codice viene modificato per nascondere la tossicità di una classe di rifiuti, se la puzza inacidisce persino i vestiti dei cittadini che hanno la disavventura di abitare intorno alla discarica, perché conta di più arricchirsi, accumulare centinaia di milioni di euro per il corruttore e fare lievitare i conti in banca dei corrotti (sul conto della moglie del Cannova nel 2011 c’erano oltre 400.000,00 euro!)

Insieme ai reati, come in ogni indagine, emerge però prepotente quel contesto ambientale magari estraneo alle condotte penalmente rilevanti e nondimeno terreno di coltura e di complicità verso quanti delinquono. E’ una pletora, di funzionari che fingono di non vedere cosa fanno i loro sottoposti, di amministratori che ossequiano i grassi corruttori, di esperti sempre pronti ad offrire i loro servizi di scienza, di cittadini che si acquietano anziché protestare.

E scendendo nel profondo degli atti di indagine questa pletora assume nomi e cognomi.

C’è il ruolo, non comprensibile, del sen. Mimmo Sudano, immarcescibile potente politico catanese in auge prima da democristiano negli anni ’60 del secolo scorso ed ora da ispiratore di Articolo 4, con il figlio che inspiegabilmente salda due soggiorni del funzionario regionale corrotto alla Baja Verde oppure prepara la risposta che sempre lo stesso funzionario dovrebbe dare in esito ad una procedura di contestazione avviata sulla discarica di Proto, c’è la moglie del Cannova, la signora Valeria Paduano (quella dei costumi acquistati con i soldi di Proto) che lavora al gruppo parlamentare regionale di Articolo 4, c’è l’ing. Zuccarello (estraneo ai fatti ed oggetto del sarcasmo del Cannova) che sarebbe parente dell’on. Leanza di Articolo 4.

Ancora una volta, quindi, Articolo 4, quel partito dei siciliani che sempre più ambisce ad essere l’erede della politica clientelare siciliana, dopo che l’MpA ha deposto, forzatamente e per motivi di giustizia, lo scettro; lo stesso Movimento che sembra abbia avuto un ruolo di tutto vantaggio nelle assunzioni della OIKOS di Proto, inserendovi amministratori e trombati alle elezioni.

Dinamica interna a quel Movimento, che ha determinato l’elezione di Enzo Bianco a sindaco, ha sottratto un europarlamentare (la brava Michela Giuffrida) al PD, ed ora chiede il conto in Regione ed ovunque può lucrare posizioni di potere, per fare spazio al finto confronto tra i giovani Sammartino e Sudano (Valeria) ed il vecchio Lino Leanza.

L’ordinanza da spunti ed indizi chiari che siamo certi la Procura della Repubblica di Catania, ora guidata da Giovanni Salvi, non ignorerà e, per quanto di sua competenza territorialmente, saprà verificare ed accertare.

Quanto a Proto, stavolta non gli e bastato “toccare ferro in mezzo alle gambe, anzi acciaio inox” (vedi ordinanza), e farebbe bene a fare una scelta chiara collaborando con la Magistratura per raccontare e spiegare la sua enorme rete di corruzione.
Catania trema! leggi l'ordinanza

sudpress.it
21/07/2014

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