Il sindaco Di Guardo impugna le ordinanze del Presidente Crocetta che consentono lo scarico dei rifiuti in un impianto privo di autorizzazione

Comune di MisterbiancoCOMUNICATO STAMPA del 17 aprile 2015
Il sindaco di Misterbianco Nino Di Guardo ricorre al Tar contro la regione Siciliana chiedendo l’annullamento delle continue proroghe emesse dal presidente della regione Rosario Crocetta che consentono lo scarico dei rifiuti in un impianto di smaltimento, la discarica di Motta S. Anastasia, dichiarata illegittima nel luglio del 2014 e che andava chiusa.

“E’ veramente insopportabile – esordisce il sindaco Di Guardo – che a parole il Presidente Crocetta dice di perseguire la legalità ma poi nei fatti questa viene calpestata ed umiliata. Noi siamo stati pazienti ma adesso la pazienza ha raggiunto il culmine e chiediamo con forza che questa vergogna abbia finalmente fine.”

Nel luglio del 2014 la regione ha disposto la chiusura della discarica gestita dalla Oikos in Contrada Valanghe d’Inverno non rinnovando l’istanza di rinnovo. Da quel momento la ditta Oikos era stata incaricata di produrre il progetto per la chiusura ma da oltre quattro mesi la regione non solo non approva il progetto, scrivendo così la parola fine, ma al contrario emette mensilmente ordinanze con le quali si autorizza il continuo abbancamento dei rifiuti in discarica, senza nel contempo dare attuazione al piano regionale dei rifiuti in Sicilia approvato nel luglio del 2012.

“C’è un limite a tutto – continua Di Guardo – la regione continua ad operare nella illegittimità scaricando rifiuti in una discarica che non ha i requisiti ed a subirne le conseguenze sono gli abitanti che la discarica se la trovano dietro la porta del centro storico. Noi non ci fermeremo fino a quando la discarica – conclude il sindaco - non sarà completamente chiusa e per questo che abbiamo deciso di impugnare le ultime ordinanze del presidente della regione Crocetta.”

Nel ricorso depositato stamani al Tar Catania il comune di Misterbianco fa presente che le ordinanze sono state emesse in carenza dei presupposti richiesti dalla legge, art. 191 del codice dell’Ambiente, ed in particolare l’urgenza del provvedimento regionale è insussistente in relazione alla continuazione della gestione dell’impianto che doveva essere già chiuso da tempo.

Ufficio stampa
Carmelo Santonocito

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