Il No oltre l'80 per cento a Misterbianco e Motta, le due città simbolo dell'emergenza rifiuti

Referendum 2016Una stra-vittoria del “no” oltre ogni ragionevole previsione numerica della vigilia, a Misterbianco, e a Motta S. Anastasia, le due città simbolo dell’emergenza rifiuti in provincia e in Sicilia, dove si è addirittura superato l’80 per cento di No alla chiusura delle urne.

A Motta la “valanga” di No è andata all’80,35% contro il 19,65% di Sì; a Misterbianco 18mila cittadini (80,81%) contro poco più di 4mila (19,19%), su 38.441 aventi diritto al voto: non c’è stata davvero storia né incertezza fin dall’inizio dello spoglio delle schede. Alta anche l’affluenza (sopra il 58 per cento, in linea con il dato provinciale) nei due centri, da anni in trincea per il problema della discarica di Valanghe d’inverno.

Assieme a Camporotondo, Paternò, Santa Maria di Licodia e Motta, dunque per Misterbianco – dove i partiti e i loro apparati al momento non esistono più, sostituiti da fluttuanti e imprevedibili “liste civiche” - un ruolo di primissimo piano nella Catania e nella Sicilia che hanno bocciato la riforma Renzi.
Già super-ottimisti alla vigilia, gli oppositori della riforma costituzionale esultano soprattutto sui “social”, in una complessiva “onda” anti-governativa a tutti i livelli che una volta “affossato” Renzi coinvolge già esplicitamente – con toni e frasi ora accesi ora sarcastici - sia il governo di Crocetta alla Regione (il presidente era stato nei due centri proprio all’antivigilia del voto) sia la stessa amministrazione locale guidata dal sindaco Nino Di Guardo, che si era pronunciato e speso col consueto vigore per il “sì” già da tempo sul suo territorio.

Anche dai commenti locali post-voto, in verità, si evince chiaramente che in questa tempestosa consultazione (che tanto ha diviso la gente) l’amata Costituzione c’è entrata in effetti solo in parte marginale in seno a entrambi i fronti contrapposti, lasciando ampio e determinante spazio invece alle posizioni squisitamente politiche o perfino "personali", Se non altro, comunque, il lungo momento di scontro è pur servito a tanti a leggersi e discutere almeno un po' quella Carta fondamentale dello Stato in realtà generalmente ben poco conosciuta, con momenti anche di civile dibattito democratico – pure a Misterbianco - nell’ambito di una campagna prevalentemente “velenosa”.

Il tutto, in un clima di scontro locale già infiammato dalla campagna elettorale di fatto iniziata per le prossime amministrative, e poi regionali cui potrebbero affiancarsi quelle nazionali.

Roberto Fatuzzo
La Sicilia
06/12/2016

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