Due capanni usati dai bracconieri scoperti in contrada Camparanazzu

Capanno Bracconieri - MisterbiancoScoperti, nel corso di una passeggiata naturalistica per le sciare dell'eruzione lavica del 1669, due capanni utilizzati dai bracconieri per catturare uccelli.

Una pratica da sempre utilizzata, ma severamente vietata dalle leggi italiane, che era andata per alcuni anni in disuso ma che ha ripreso vitalità vista l'organizzazione di capanni dove i bracconieri si nascondono per far scattare al momento giusto le reti.

Per lo più, questa tecnica è utilizzata per catturare i cardellini, ma anche i merli presenti nel nostro territorio, sistemando delle reti finissime che sono tenute tra loro da degli anelli che scattano al comando del'uomo, facendo alcune volte strage degli uccelli catturati che vengono abbandonati a morte sicura perché presi con un'ala o una gamba spezzata.

La zona del ritrovo dei due capanni dei bracconieri è a nord dell'attuale centro storico, nei pressi di contrada Campanarazzu, dove sono ancora visibili ampie distese di lava di quella eruzione che dai Monti rossi raggiunse Catania, ricoprendo numerosi comuni etnei, tra cui Misterbianco.

Una zona che per le proprie caratteristiche non è frequentata dall'uomo e quindi lontana da occhi indiscreti dove i bracconieri agiscono in piena libertà, tanto da realizzare dei capanni stabili per la cattura delle diverse specie di volatili che poi vengono venduti al mercato nero in quanto non è possibile tenerli in cattività.

La segnalazione è arrivata dal presidente dell'associazione «Stelle e Ambiente», prof. Giuseppe Sperlinga, che nel corso di una passeggiata con i propri soci tra i sentieri naturali della colata lavica ha notato i capanni abusivi dei bracconieri.

Una azione di vigilanza del territorio e degli agenti della guardia forestale, soprattutto nella stagione primaverile eviterebbe lo scempio della fauna del luogo soprattutto in territori ancora vergini da insediamenti umani come sono le impervie sciare di quelle contrade.

Carmelo Santonocito
La Sicilia
11/04/2014

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