Di Guardo presenta un nuovo esposto ed esplode contro il Cga di Palermo

Nino Di Guardo - MisterbiancoAffiancato dalla sua Giunta, dal consulente Franco Restifo e dal presidente del Consiglio comunale Nino Marchese, il sindaco di Misterbianco Nino Di Guardo tra una montagna di documenti “esplode” compostamente davanti alle tv private tutta la “indignazione” per la decisione del Consiglio di Giustizia Amministrativa che ha sospeso la sentenza del Tar di Catania sul rinnovo dell’autorizzazione all’Oikos per la discarica di Valanghe d’Inverno, dando via libera alla prosecuzione dell’esercizio.

“La decisione del Cga di Palermo – afferma il sindaco – forse per sviste o errori sovverte i fatti e mortifica la verità. Essa ignora documenti e certificati urbanistici degli uffici comunali di Motta, dichiarazioni del direttore regionale ing. Domenico Armenio alla Commissione bicamerale sugli ecoreati, riconosce come “discarica per rifiuti solidi urbani” un sito previsto per “inerti”, ignora i vincoli (geologico, idrogeologico e rischio frane R2) esistenti sull’area e condivide i “gravi pregiudizi” del gestore privato in caso di chiusura di una discarica in cui fin dall’inizio nessun documento è mai stato in regola. Nel ribaltare la decisione del Tar, si nega la verità ponendo le basi di una nuova concessione autorizzativa ed ambientale ad una struttura palesemente illegale.

Una decisione ben più forte di quella che appare, e che basandosi su attestazioni false alimenta la gravissima continuazione dell’abbancamento dei rifiuti a due passi dal nostro centro abitato, da parte di una gestione commissariale prefettizia (dai noti altissimi compensi) che doveva lavorare ad un progetto di chiusura e bonifica della discarica e che invece sta facendo di tutto per consentirle una lunga vita”.

Alle 8,50 del mattino, Di Guardo aveva già presentato ai Carabinieri un dettagliato esposto legale alla Procura della Repubblica ricco di carteggi a sostegno (9 allegati). “In questa situazione drammatica e invivibile – dice il primo cittadino – non ci rassegniamo, ma chiediamo giustizia e legalità, facendo nel frattempo il nostro dovere, con una raccolta differenziata ora al 58,12% a gennaio 2016. Occorrono provvedimenti seri, radicali e forti, e confidiamo nella Procura della Repubblica come nostro punto di riferimento e speranza”. foto

Roberto Fatuzzo
La Sicilia
07/02/2016

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