Ci sono pochi vigili: un sindaco del Catanese dice no al Giro d'Italia

Giro d'Italia 2018A Misterbianco scoppia la polemica sulla corsa rosa: il primo cittadino chiede che la quarta tappa cambi percorso, ma gli assessori sono contrari.

Alle falde dell’Etna c’è un record in ballo che forse nelle prossime ore verrà assegnato: è quello che riguarda il primo paese d’Italia a non volere il passaggio del Giro d’Italia, la corsa ‘rosa’ giunta alla sua 101esima edizione. Questo paese è Misterbianco e il sindaco è Nino Di Guardo, già deputato regionale, una vita a sinistra con qualche sguardo ‘interessato’ al passato autonomismo.

La motivazione ufficiale che ha prodotto il categorico ‘no’ all’attraversamento del paese in lungo e in largo della carovana “rosa”, nella quarta tappa siciliana, la Catania-Caltagirone, è che vi sono pochi vigili in grado di garantire la sorveglianza dei crocevia negli istanti, perché di questo si tratta, del passaggio dei ciclisti. Da qui l’irrigidimento da parte del sindaco e del comandante dei vigili urbani, tutti e due contro un intero paese di quasi 50mila abitanti, compresi assessori e consiglieri comunali e semplici appassionati di ciclismo che, invece, il passaggio della tappa per le vie di Misterbianco lo vogliono spiegando che rinunciare a questa vetrina sarebbe un gravo danno d’immagine.

Sulla posizione del sindaco e del comandante non si capisce bene chi sia tra i due l’energico oppositore e chi invece giochi al traino dell’altro. Ma resta un fatto: in una riunione operativa tra assessori e addetti ai lavori erano stati ‘trovati’ i vigili per garantire il servizio, ma sindaco e comandante della polizia municipale si sono strenuamente opposti come se si trattasse di una questione di principio. Non tenendo conto che il passaggio del Giro, nei fatti, è poi è anche un’opportunità, perché nei paesi attraversati dalla ‘carovana rosa’ la Regione spende denaro dalle casse pubbliche per rifare strade, le stesse sulle quali dovranno transitare campioni del calibro di Vincenzo Nibali.

Nino Di Guardo che nei fatti è un uomo pragmatico sposta il bersaglio da colpire e dice: “Non non siamo irresponsabili. Se il comandante dei vigili mi dice che non abbiamo il personale per farlo io non posso certo insistere. Noi siamo persone serie. Il giro d’Italia certo che lo vogliamo, magari adesso valuteremo un percorso alternativo...”. Sulla vicenda interviene anche Antony Barbagallo, già assessore regionale al Turismo della giunta Crocetta, delegato al giro d’Italia da parte della Rcs: “L’organizzazione farà di tutto per mantenere il percorso inizialmente previsto e dunque il passaggio del giro da Misterbianco”.

Nino Di Guardo non è nuovo a decisioni impopolari: mesi fa in occasione della festa del patrono di Misterbianco, Sant’Antonio Abate, denominata nel paese del catanese la festa del fuoco ha vietato l’utilizzo dei mortai per i fuochi pirotecnici. La mancata concessione di quell’autorizzazione ha innescato una rivolta di popolo.

Natale Bruno
palermo.repubblica.it
14/04/2018

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