«In via Salerno viene scaricato di tutto»

discariche abusiveUn comitato spontaneo "a tutela delle frazioni" sorto a Misterbianco, a firma di Giuseppe Scaravilli, che aveva in precedenza lamentato - in occasione delle piogge abbondanti verificatesi nella zona - il mancato deflusso delle acque piovane in alcune zone delle frazioni stesse (come la via Turi Scordo a Lineri) segnala ora all'Amministrazione comunale il degrado esistente alla fine di via Salerno (Montepalma), invitando ad un sopralluogo «fino alle spalle della Torre Tabita, per accertarsi della grave situazione ambientale venutasi a creare in questo scorcio di terra in abbandono, dove viene scaricatodi tutto e di più».

Ricordando che «il progetto di prolungamento della via Salerno doveva servire per collegare in modo effettivo e permanente le frazioni con il centro del Comune, per la grave situazione ambientale in cui si trova abbandonata questa zona crediamo sia giusto che gli amministratori dopo una passeggiata in loco debbano intervenire con urgenza per bloccare il continuo scarico di vari materiali e bonificare la zona stessa».

Sull'argomento interviene l'assessore alla Viabilità, Stefano Santagati: «Si tratta di disagi innegabili su cui dovremo intervenire. Ma voglio rassicurare che non dovrebbe essere un problema di lunga durata, in quanto la via Salerno è stata già oggetto di un nostro preciso impegno inserito nel Piano triennale delle opere pubbliche e già finanziato con fondi comunali. Via Salerno farà parte anch'essa, su iniziativa del Comune, della pista ciclabile (in corso di realizzazione con fondi europei) che da corso Carlo Marx arriverà fino alla Madonna degli Ammalati; è stato appositamente aggiunto questo tratto al progetto precedente, a nostre spese, per collegare la pista alle frazioni e gli interventi in programma dovrebbero dare una veste funzionale e dignitosa a tutte le strade interessate, tra cui appunto via Salerno, con la necessaria collaborazione dei cittadini».
Insomma, una questione di tempo e pazienza ma anche di civiltà.

Roberto Fatuzzo
La Sicilia
29/03/2015

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